Espropriazione per debiti personali di uno dei due coniugi di un bene rientrante nella comunione legale degli stessi.
La Corte di cassazione, con la sentenza n. 2047 del 24 gennaio 2019, ha chiarito che l’espropriazione di un bene facente parte della comunione legale dei coniugi per crediti personali di uno solo di essi, configurandosi tale regime patrimoniale come comunione senza quote, avrà ad oggetto la “res” nella sua totalità e non per la metà o per una quota. In ipotesi di divisione, pertanto, sarà esclusa l’applicabilità sia della disciplina sull’espropriazione dei beni indivisi, prevista agli artt. 599 ss. c.p.c., sia di quella contro il terzo non debitore.
Nel caso affrontato, la Corte di legittimità ha chiarito che non era consentito al giudice disporre la separazione, ex art. 600 c.p.c., della quota spettante al coniuge comproprietario non debitore, né tantomeno limitare la vendita ad una porzione del tutto, poiché si doveva, invece, procedere ex art. 720 c.c. alla vendita o all’attribuzione dell’intero complesso, costituendo esso una singola unità immobiliare in comunione non comodamente divisibile.
Francesco La Fata, Università degli Studi del Sannio (Benevento)
