La buona fede nei rapporti familiari.

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Autora: Mirzia Bianca. Professore Ordinario di Diritto privato nell’Università “La Sapienza” di Roma. Correo electrónico: mirzia.bianca@uniroma1.it

Resumen: Il saggio, partendo dall’assenza nel codice civile di uno specifico riferimento al principio di buona fede nel diritto di famiglia, diversamente dalla presenza di questo principio nel libro IV dedicato alle obbligazioni e ai contratti, è volto a dimostrare l’applicazione di questo principio da parte della giurisprudenza anche in mancanza di specifico richiamo normativo.

L’indagine si sviluppa tenendo in considerazione da un lato la buona fede soggettiva come ignoranza di ledere l’altrui diritto e dall’altro la buona fede oggettiva come regola di correttezza nei rapporti familiari.

Il risultato è un complesso di decisioni, sia della giurisprudenza di merito che della giurisprudenza di legittimità che impongono ai componenti di un nucleo familiare obblighi di informazione, di lealtà di salvaguardia sia con riferimento alla coppia che con riferimento ai figli.

Sumario:
I. Il fondamento etico del principio di buona fede e il dovere di solidarietà. Il collegamento con l’opera di Cesare Massimo Bianca sulle autorità private.
II. La buona fede: distinzione tra buona fede in senso soggettivo e buona fede in senso oggettivo. La buona fede in senso soggettivo e la tutela dell’affidamento nello status familiare.
III. La buona in senso oggettivo. l’ obbligo di lealtà. distinzione tra fedeltà e lealtà.
1. Il difetto di informazione nella fase che precede il matrimonio e l’unione civile.
2. Il difetto di informazione sullo status di genitore.
3. Il dovere di informazione dei minori adottati e dei minori nati da fecondazione assistita.
IV. La buona fede quale obbligo di salvaguardia nei rapporti familiari.
V. Conclusioni.

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